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Ricette tipiche

Piadina romagnola

PIADINA O PIADA ROMAGNOLA

La piada è uno dei segni identitari della Romagna. Questo grazie soprattutto al poeta Giovanni Pascoli, che più volte la menzionò nelle sue opere, arrivando a definirla "il cibo nazionale dei romagnoli". La piada, detta anche piadina è una sorta di focaccia non lievitata che si ottiene da un impasto di farina, strutto, sale ed acqua, appiattito con il mattarello e con le mani, e infine cotto sul "testo" (una teglia di terracotta dall'orlo basso che in passato veniva scaldata sulle braci del focolare) o su una normale padella o lastra di ferro.

La piada si presenta con caratteristiche diverse secondo il luogo di produzione: la piadina forlivese e ravennate solitamente è piuttosto spessa e di piccole dimensioni, mentre la piada riminese tende a essere più sottile e ad avere un diametro maggiore. Se si parla di piada non si può però dimenticare il crescione o cassone (la seconda definizione è usata nel riminese), una preparazione fatta con lo stesso impasto di base della piadina, che però viene farcito, ripiegato e chiuso prima della cottura.
Le numerose associazioni di tutela sorte negli ultimi anni hanno richiesto il riconoscimento IGP per la "Piadina Terre di Romagna" e per la "Piada Romagnola di Rimini".
Tutt'altra cosa è la piadina (piè) fritta, una specialità della valle del Santerno e di alcune zone dell'appennino forlivese, il cui impasto, composto da farina bianca, sale, bicarbonato, acqua e latte, viene tirato col mattarello, tagliato in cerchi di circa 20 cm di diametro, e fritto in abbondante olio.
La piada può essere mangiata in sostituzione del pane, per accompagnare qualsiasi pietanza nel corso del pasto. Più spesso però viene piegata a metà e farcita con gli ingredienti più vari: salsiccia alla brace o alla piastra, affettati, porchetta, rucola e squacquerone, erbette o verdure gratinate, creme dolci e confetture. Le farciture del crescione (o cassone) più comuni sono le erbe (spinaci e/o bietole, nel riminese anche le rosole macerate nel sale), mozzarella e pomodoro, oppure la zucca e le patate.

Zona di produzione: tutti i Comuni della provincia di Ravenna, tutti i Comuni della provincia di Forlì-Cesena, tutti i Comuni della provincia di Rimini, i seguenti Comuni della provincia di Bologna: Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Dozza, Fontanelice, Imola, Mordano.


SABADONI

Alimento di origine contadina, i Sabadoni sono dei tortelloni dolci ripieni, che in passato si facevano d'inverno, in prossimità del carnevale. Ogni arzdora aveva la sua ricetta. Fra i principali componenti del ripieno ricordiamo i fagioli bolliti e passati, le castagne secche, la polpa di zucca, le mele cotogne, fichi, pinoli, miele, uva passita e il pane grattugiato. L'ingrediente che però non poteva mai mancare era la saba (da cui deriva tra l'altro il termine "sabadoni"), una salsa che si ottiene facendo bollire il mosto d'uva per ore, fino a quando non assume la consistenza di un liquido denso e cremoso, con cui veniva impastato il ripieno fino ad ottenere un composto piuttosto denso, chiamato "compenso". Quest'ultimo veniva steso su grandi e spessi rettangoli di sfoglia, che venivano chiusi in vari modi (a tovagliolo, a cannellone, a forma di grande tortello) e potevano essere cucinati in diverse maniere: al forno, sul testo della piadina, sulla graticola, bolliti in acqua salata, oppure fritti. Dopo la cottura i tortelli venivano disposti in una terrina, dove rimanevano immersi nella saba per alcuni giorni.

Zona di produzione: quasi tutta la Romagna, in particolare Faenza e Massa Lombarda. 


CAPPELLETTI

Quadrati di pasta ripieni di formaggio (ricotta, raviggiolo o casatella) aromatizzato talvolta con prezzemolo o spinaci, i cui lembi vengono piegati in due e congiunti alle estremità, in modo da ottenere una forma a cappello con tesa, simile al tortellino, ma di maggiori dimensioni.
Secondo la tradizione ravennate e cesenate, nel ripieno dei cappelletti (in Romagna chiamato "compenso") non si dovrebbe mai introdurre la carne. Esistono tuttavia delle varianti, come quella forlivese e quella riminese, che contemplano l'uso del trito di maiale, di vitello e di cappone.
Un discorso a parte meritano i Cappelletti ferraresi, il cui ripieno è composto da petto di pollo, goletta e polpa di maiale, carne di vitello, salame da pentola o salsiccia, parmigiano reggiano, uova, noce moscata e sale.  
I cappelletti "all'uso di Romagna", ovvero cotti e consumati nel brodo di cappone, sono il piatto natalizio tradizionale d'obbligo in tutta la Romagna.

Zona di produzione: la Romagna e la provincia di Ferrara. 



CIAMBELLA

La Ciambella è un dolce tradizionale composto generalmente da farina, latte, zucchero, uova, burro e lievito, che viene cotto in forno all'interno di recipienti che possono avere forme diverse: ellittici, rotondi con il buco al centro o allungati. Il prodotto finale solitamente ha una superficie di colore giallo spolverata di zucchero, l'interno è friabile, di color giallo tenue.

Se ne possono identificare 6 versioni: imolese, faentina, ravennate, forlivese, ferrarese e della Bassa Romagna.

Questo dolce legato per tradizione alle festività pasquali, va servito tagliato a fettine, da intingere dentro un bicchiere di vino dolce o rosso tipo Sangiovese.

Zona di produzione: la Romagna e il territorio ferrarese.

Ricette tratte da:

http://www.percorsigastronomici.it/percorsienogastronomici/Portale/prodotti.aspx?reg=e&tema=Prodotti