Le interviste agli scrittori

Tahar Lamri

Titolo del libro: "I Sessanta Nomi dell'Amore"

 

Versione Testuale

"E' una raccolta di racconti, tenuti insieme con un filo conduttore dall'inizio fino alla fine del libro, con una sorta di dialogo via email fra una donna italiana e un uomo arabo, e appunto è lì che vengono spiegati questi sessanta nomi dell'amore perché in arabo ci sono sessanta modi di dire "ti amo"."

"Lo straniero i greci lo chiamavano atopos, dicevano che era atopos quindi senza luogo. Lo straniero non ha un luogo. La sociologia moderna dice che lo straniero è doppiamente assente, quindi è assente nel paese d'origine ed è assente nel paese di approdo. E il (primo) racconto verte su questa tematica qui. Quindi diciamo questo tratto essenziale che è quello della sospensione: (i protagonisti) sono tutti e due sospesi: uno non ha mai potuto riconoscere l'Algeria e quando la conosce s'innamora, l'altro invece che è molto arrabbiato con questo paese e non ci vuole più tornare; quindi anche se (loro) avessero avuto un'esperienza diversa forse si sarebbero comportati allo stesso modo perché tutti e due sono sospesi, e la sospensione in un certo senso è un'identità."

"La terra d'elezione è diventata non più l'Italia ma la lingua italiana. E' più o meno quello che dico in quella prefazione (del libro) facendo anche il parallelo con la mangrovia, la mangrovia che vive al confine dell'acqua e la terra; ha le radici fuori, non sotto la terra. C'è un detto berbero algerino che dice "gli alberi hanno le radici; gli uomini hanno le gambe."

"L'esperienza dell'immigrazione è un'esperienza di morte; di questo sono più che certo: nel senso che appunto si muore a degli affetti, a dei paesaggi per rinascere ad altri sapori, odori, paesaggi, affetti ecc."

"La lingua madre è quella ci protegge in questo senso qui: ci protegge perché se io scrivo in lingua italiana e sono italiano in un certo senso ho tanti problemi che sono risolti anche con la propria infanzia nel senso anche che se io descrivo un sapore o un odore so esattamente a che cosa si riferisce questo sapore o odore perché lo porto in me.... Subito dopo mi è venuta la pretesa di scrivere in lingua italiana, una lingua che mi era totalmente sconosciuta .... e  quindi, terra di elezione come dicevo prima, lingua di espressione, di espressione scritta dove le parole sono stampate e sono in qualche modo indelebili e (tutto questo) automaticamente per me diventa una scelta di libertà."