Le interviste agli scrittori

Eraldo Baldini


Titolo del libro: "Come il lupo"

 

Versione testuale

Quali sono state le aspirazioni che l'hanno spinto a scrivere questo romanzo?

 

Uno dei motivi per cui ho scritto "Come il lupo" e una delle aspirazioni che mi hanno portato a questo romanzo è stato quello di... voler raccontare i primi anni cinquanta. Sono anni poco frequentati dalla narrativa italiana ma che sono determinanti e importantissimi per la nostra storia e per quello che siamo noi oggi. Furono anni di grandi tensioni, la guerra fredda maturava in un contesto internazionale, ma in qualche modo anche al nostro interno con uno scontro politico che si traduceva spesso in battaglie di piazza con la polizia di Scelba che operava repressioni anche piuttosto violente.

Nel mio romanzo la moglie del protagonista rimane vittima proprio di uno scontro di piazza...i fatti di Modena realmente accaduti...e il protagonista viene segnato da questo. Lui è un uomo dello Stato, un uomo in divisa, un maresciallo della forestale ma comincia ad interrogarsi sulla natura di questo Stato che lui avrebbe voluto migliore e l'aveva voluto combattendo nella resistenza, ma che in qualche modo stenta a riconoscere per quello che sta accadendo.

 

 

Ha un ruolo concettuale l'aurea misteriosa che avvolge il romanzo?

 

Il mistero pone il protagonista di fronte a un grosso interrogativo di ordine morale.

 

 

Il suo genere è definito gotico-rurale...Perché è affascinato dalla campagna, e soprattutto perché ha scelto il lupo piuttosto che un altro animale?

 

L'ambientazione rurale nei posti della natura, fa si che sento molto vicino anche gli animali che della natura fanno parte. Il lupo, poi, simboleggia, anche, qualcosa di più, è nel nostro archetipo, nel nostro immaginario. E' un animale che io adoro, che mi piace andare a cercare perché da una parte è sfuggente, porta con se il retaggio archetipo di vecchie paure, tra l'altro immotivate.

Dall'altra parte, invece, è un animale sociale, che privilegia il branco, che cresce con molto affetto i cuccioli.

 

 

Questo libro è stato molto apprezzato dalla critica. Silvana Mazzocchi de la Repubblica scrive: "Un libro che conferma il talento di Eraldo Baldini e la sua abilità ad accompagnare il lettore in quel "gotico rurale" che ormai è diventato il suo genere e la sua "differenza". Cosa ne pensa?

 

L'hanno definito il mio romanzo più maturo, più complesso e io credo sia vero anche perché è stato quello pensato più a lungo e che ha richiesto più lavoro sia per la stesura che per la documentazione.